L’attuale Fiumicino, ovvero la civitas Portus ai tempi del Sacro Romano Impero, era considerata la via di accesso dell’Impero verso il Mediterraneo. Porto marittimo e centro di commercio e scambio non solo di oggetti e alimenti ma anche di scambio culturale della Roma Imperiale. Questo è il motivo per cui gli abitanti di Portus si nutrivano come un re: facevano uso di alimenti tipici dell’alimentazione dei benestanti.
L’importazione e l’esportazione erano all’ordine del giorno. Olio, cereali, carne, pesce e verdure secondo alcune ricerche e studi effettuati erano gli alimenti di cui si cibavano. I cereali, l’olio d’oliva e i vegetali animali erano per esempio importati dall’Africa Settentrionale. Gli abitanti svolgevano pesanti lavori manuali, come il carico e lo scarico delle merci dalle navi, dunque tale tipologia di alimentazione non faceva altro che metterli in forza per sostenere questi ritmi di vita pesanti.
Però verso la fine del V secolo qualcosa cambia: dalla dieta da ricchi vi è una più simile a quella contadina. A sostenere il duro lavoro degli abitanti dell’antica Portus non è più la carne e il pesce ma un’alimentazione di tipo vegetale come lenticchie e fagioli.
Secondo gli studi questo cambiamento è frutto del periodo successivo al sacco dei Vandali nel 455 d.C. che ha determinato la fine del controllo del Mediterraneo da parte dell’Impero e uno stravolgimento delle importazioni legati ai cambiamenti commerciali e politici.
Intorno allo stesso periodo il bacino esterno del porto ha iniziato a insabbiarsi e i magazzini non sono stati più utilizzati per mantenere la merce ma per le sepolture e inoltre gli scambi in rotta verso Roma erano alquanto diminuiti.
Gli studiosi che analizzano la storia del Sacro Romano Impero ritengono che le diete di una civiltà spesso sono il frutto dell’andamento politico, delle situazioni sociali ed economiche che le vede coinvolte. Portus era fiorente, gli abitanti lavoravano sodo e godevano della loro alimentazione da ricchi. Quando la situazione è cambiata non si sono indeboliti del tutto.
Non era il legume che li rendeva fragili e sconfitti.
Avevano il sangue romano e l’onore e il coraggio non li acquisisci con il cibo.